domenica 14 giugno 2020

Relazione finale - STEP #24

L’analisi del termine ecosistema, sviluppata in questo blog, è riassumibile mediante un percorso logico in cui ad ogni passo corrisponde una verosimile interpretazione, tra le tante possibili.
Preliminarmente, l'attenzione è volta alle definizioni, chiarendo l’etimologia del termine, introdotto dallo scienziato inglese Arthur Tansley nel 1935, e la sua storia; oltre ai riferimenti linguistici, è certamente importante darne anche alcune definizioni visive (di cui una "in miniatura"). Utilizzando le molteplici sfumature lessicali, si approda a risultati come: “l’ecosistema della memoria” di Aby Warbrg, “l’ecosistema di anima e corpo” in Platone e un “ecosistema rombante”. Sempre in questa sezione linguistica vanno inseriti un abbecedario, una mappa concettuale ed alcuni haiku: tutti questi articoli vanno a delineare il campo d’azione della ricerca svolta in questo blog.
Iniziando con le interpretazioni di cui parlavo, la prima è paesaggio. Ho perciò analizzato questo termine: nella poesia, citando Shelley; in Leopardi, approfondendo il rapporto del poeta con la luna; nella mitologia, portando come esempio il locus amoenus, in particolare nelle opere di Omero e Virgilio (e un relativo quadro); nell’arte, elencando alcune interpretazioni della pittura paesaggistica; nel cinema, mostrando alcune scene del film "Animali fantastici e dove trovarli".
Si passa poi alle tematiche di ambiente e natura. In quest’ambito ho riportato due eventi di cronaca: uno riguardante il comportamento degli animali durante il recente periodo di quarantena, ed uno, molto più spiacevole, riguardante gli incendi in Australia.
L’analisi viene poi elevata a livello filosofico, analizzando il rapporto dell’uomo con ambiente e natura, seguendo inizialmente un percorso nella filosofia di ‘500 e ‘600, analizzando Bruno, Spinoza e Bacone. Infine ho fatto un salto temporale, terminando con il pensiero di Hans Jonas, filosofo del '900, che si intreccia indissolubilmente con le tematiche di inquinamento, sviluppo sostenibile e lotta ambientale: tutti questi aspetti sono analizzati nel Rapporto sui limiti dello sviluppo (è stato anche fatto un excursus storico sul periodo in questione). A partire da questo libro “profetico” si diramano nuovi discorsi, come la lotta per l’ambiente di papa Francesco, le idee dell’ingegneria ambientale a favore di uno sviluppo sostenibile e l'analisi critica della serie TV Chernobyl, in cui vanno a confluire diverse tematiche fino ad ora trattate. Ho aggiunto poi il pensiero di Galileo, mostrando come la sua analisi della natura sia profondamente diversa dai filosofi precedenti.
Sempre rimanendo sul tema scienza, ho individuato come possibile -e fantasioso- punto di contatto tra ecosistema, filosofia, ingegneria una complicatissima formula della Teoria del tutto. È stata poi approfondita tale teoria, sia scientificamente che in letteratura e cinema. Ho poi descritto un ecosistema molto particolare: Flatlandia, un mondo a 2 dimensioni (e approfondito scientificamente l’argomento).
Come ultima interpretazione del termine ho trattato le utopie, di cui una trovata nella letteratura, ed una da me inventata ed inserita in una serie TV (e nel relativo dialogo).

Cito in extremis, per terminare l’analisi, gli articoli nei quali ho approfondito alcuni argomenti sviluppati nel corso delle lezioni, seppur scollegati dal tema centrale del blog, ma che mi hanno comunque affascinato: un collegamento tra la matematica e la “fase 2” della pandemia, un confronto azzardato tra calcolatori e alcune considerazioni sulla predittività della scienza.

venerdì 12 giugno 2020

Serie TV Chernobyl: distruzione di un ecosistema

Sempre rimanendo nell'ambito delle serie TV, dopo una da me inventata, parlerò ora di una reale, riguardante i temi trattati in questo blog.

Chernobyl è una serie televisiva americana, prodotta dal network statunitense HBO e distribuita in Italia da Sky. Essa ricostruisce con dovizia di particolari le dinamiche che portarono al disastro nucleare avvenuto il 26 aprile 1986 nella centrale nucleare ucraina e si concentra anche sulle conseguenze dell'incidente non solo sulla popolazione civile, ma anche sulla politica dell'Unione Sovietica. Sono ricostruite le incompetenze in materia ingegneristica che portarono alla distruzione del reattore, concentrandosi soprattutto sull'incapacità non solo degli ingegneri, ma anche dei dirigenti che non seppero adeguatamente gestire la crisi.
Un personaggio in particolare, la scienziata Ulana Khomyuk, incarna in sé tutti gli scienziati che seppero prevedere le catastrofiche conseguenze che l'esplosione del reattore nucleare avrebbe avuto sulla popolazione civile non solo ucraina, ma anche europea, e che seppero agire in modo tale da evitare una catastrofe. L'incidente di Chernobyl, certamente uno degli eventi storici più importanti del panorama contemporaneo, fu una delle cause che portarono al crollo dell'Unione Sovietica, già indebolita sul piano economico e geopolitico, ma che ricevette, dall'incidente avvenuto in Ucraina, un danno di immagine irreparabile, in cui l'incompetenza di una classe dirigente corrotta e gerontocratica venne alla luce.
Nella miniserie sono ricostruite anche le vite di tutti coloro che che morirono per colpa dell'avvelenamento da radiazioni: non solo civili innocenti ma anche pompieri, minatori, scienziati che contribuirono a evitare che il disastro avesse conseguenze persino più gravi di quelle già causate. Tale serie rappresenta perfettamente quali possono essere le conseguenze di una catastrofe ambientale su un ecosistema: non solo danni irreparabili all'ambiente, ma anche la distruzione di una comunità tanto per le morti dei componenti quanto per l'esodo a cui una catastrofe ambientale può portare. Oltretutto, la comunità che venne distrutta non fu semplicemente quella delle zone di Chernobyl e Pripyat: in una visione più ampia, l'incompetenza nella gestione della crisi portò alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, che è alle radici del disordine geopolitico mondiale del tempo attuale.
Di seguito il trailer:

Ecosistema, quindi, non è da intendersi solo nel senso del rapporto tra gli uomini e l'ambiente, ma anche delle conseguenze che una crisi ambientale può avere sulla coesione di una comunità più o meno vasta. Si comprende perciò quanto sia di vitale importanza per la nostra società operare verso uno sviluppo sostenibile: un esempio in tal senso è l'ingegneria ambientale, qui analizzata.
Dopo aver letto queste considerazioni dovrebbe inoltre essere immediata una prima comprensione della filosofia di Hans Jonas, e di concetti quali la responsabilità dell'uomo verso la Natura.

Dialogo tra un naufrago e un re - STEP #25

Questo dialogo è ispirato a questa serie TV.

Dialogo tra un naufrago e un re

Inizio ‘600. Una nave naufraga nell’Atlantico; si salva solamente un uomo, che si ritrova su una spiaggia sconosciuta, dove perde i sensi.
Al risveglio, il naufrago si ritrova disteso su un letto, con a fianco un vegliardo (il re) che lo osserva.


Naufrago: “Dove mi trovo? Chi sei tu?”

Re: “Sono Romolo III, re dell’isola del Sole, luogo in cui ci troviamo.”

N: “Sono un esperto navigatore, al servizio del re di Spagna, ma non ho mai sentito parlare di quest’isola. Come è possibile?”

R: “Immaginavo la tua risposta. Quest’isola e i suoi abitanti sono infatti sconosciuti al mondo intero. Ma poiché sei arrivato fin qui, ti racconterò la storia del mio piccolo regno.”

R: ”La fondazione dell’isola risale a circa un secolo fa, quando il Doge della Repubblica di Venezia e la sua corte fuggirono da Venezia, alla volta di quest’isola, per sfuggire all'avvento dell’Impero ottomano. Portarono con sé un antico libro ritrovato alcuni decenni prima in un’antica biblioteca a Costantinopoli: era un trattato di architettura di Vitruvio, di cui non si conosceva l’esistenza, e che mantennero segreto. Quindi approdarono in questa piccola isola, di cui soltanto loro conoscevano l’esatta ubicazione, al largo dell’Africa occidentale, e qui vollero dare corpo al trattato di Vitruvio, il quale immaginava una meravigliosa e rivoluzionaria città. Seguimi, ti mostrerò le bellezze di questa città.”

R: “Il progetto di Vitruvio di questa città ideale, che noi abbiamo reso realtà, è basato principalmente su due convinzioni: ossia che la città debba essere pensata per essere in completa armonia e simbiosi con la natura e il paesaggio circostante, e che debba essere progettata seguendo gli schemi della natura. Riassumendo, la città deve essere un tramite tra la natura e l’uomo: si va in questo modo a creare un “ecosistema” tra questi 3 elementi, ovvero natura, uomo e città, mentre fino ad allora, in qualunque insediamento umano, è stata preponderante l’impronta dell’uomo, senza mai arrivare ad un perfetto equilibrio, come teorizzato unicamente da Vitruvio quindici secoli fa.”

N: “Come si può realizzare una simile prodezza?” 

R: “La prima realizzazione attraverso cui si esplica tale concezione della città è la sua pianta: tutti gli edifici sono infatti disposti seguendo una spirale aurea. Essa ha origine nella biblioteca, il luogo più sacro della città, al cui interno è custodita l’opera di Vitruvio e presso cui dimoro io stesso con la mia famiglia.
La prima realizzazione attraverso cui si esplica tale concezione della città è la sua pianta: tutti gli edifici sono infatti disposti seguendo una spirale aurea. Essa ha origine nella biblioteca, il luogo più sacro della città, al cui interno è custodita l’opera di Vitruvio e presso cui dimoro io stesso con la mia famiglia.
I quadrati, necessari per la costruzione geometrica della spirale, nella realtà rappresentano i settori della città: andando dall’interno verso l’esterno si segue una struttura sociale. Il primo quadrato è riservato a me e alla mia famiglia; nel secondo sono presenti scuole, università e edifici pubblici. Dal terzo in poi sono presenti le abitazioni dei miei sudditi: sempre in questo settore risiedono i più abbienti; nel quarto quadrante vi è la restante parte della popolazione, mentre il quinto è la periferia della città. Tutti gli spazi liberi sono riempiti con boschi o giardini, i quali sono inoltre presenti sui tetti di tutti gli edifici, sia pubblici che privati.
La città è costruita su una collina, cosicché il centro della spirale corrisponde al punto più elevato della città, come l’acropoli: infatti rappresenta metaforicamente la testa dell’uomo, la quale si trova nel punto più alto del corpo umano. Puoi dunque comprendere la perfetta simbiosi tra uomo e natura, mediata dalla città.
La curva della spirale termina toccando il mare: il settimo settore contiene il porto dell’isola.”

N: “Mi pare di capire che è tuttavia presente una rigida gerarchia sociale. È così?”

R: “Ti sbagli, poiché la nostra società è fondata sull'uguaglianza sociale: la suddivisione in settori ha l’obiettivo di identificare gli aspetti funzionali della città; in verità non sono presenti divisioni così marcate nella società.
Un'altra regola fondamentale utilizzata durante la costruzione della città è il seguire, dovunque sia possibile, la proporzione aurea: la biblioteca, ad esempio, è stata costruita come il Partenone di Atene, ritenuto da Vitruvio l’esempio più alto nell’architettura antica, in quanto riesce a coniugare perfettamente uomo e natura, grazie a questa proporzione.
Questi due schemi di cui ti ho parlato, la spirale e la proporzione aurea, si palesano ovunque, talvolta in maniera impercettibile all'occhio umano. Anche in molti altri aspetti si osserva l’intento di mimesi della natura, come ad esempio nelle facciate di molti edifici, sia pubblici che privati, in cui vi sono temi naturali, ispirati al mondo vegetale e animale.
Queste sono solo alcune delle meraviglie di questa città costruita ad immagine della Natura e dell’Uomo.”

N: “Con il suo permesso, vorrei rimanere in quest’isola, per ammirare le sue bellezze, e sperimentare questa nuova concezione di città che mi ha illustrato.”

R: “Sono sicuro che troverai conferma di quanto detto.”

Inquadramento storico delle lotte ambientaliste degli anni '70

Avendo citato in alcuni post gli eventi legati alle lotte ambientaliste degli anni '70, è doveroso inquadrare tale periodo storicamente; per farlo è necessario partire dal Secondo conflitto mondiale.

Nel secondo dopoguerra, uno dei principali motori dello sviluppo economico impetuoso che travolse l'Occidente fu il basso costo delle materie prime. Questo basso costo era dovuto principalmente al sistema che gli Stati Uniti proponevano, in contrasto con quello sovietico. Il modello economico americano era cioè basato su un mondo interconnesso, soprattutto grazie allo sviluppo delle telecomunicazioni e del trasporto aereo: erano i primi passi della globalizzazione, che permetteva il collegamento tra aree produttrici di fonti energetiche e aree consumatrici. La diffusione di beni di consumo durevoli, quali l'automobile o gli elettrodomestici, comportò un enorme consumo di fonti energetiche, soprattutto di petrolio, allora disponibile ad un bassissimo costo per via del dominio imperialistico e coloniale che gli che gli stati occidentali esercitavano sugli stati produttori.

Questa fiorente fase di sviluppo terminò nel 1973, con la crisi energetica, nella quale si verificò un brusco aumento del prezzo del greggio e dei suoi derivati. Questi aumenti furono causati dai paesi arabi dell'OPEC (organizzazione dei paesi esportatori del petrolio), i quali decisero di sostenere l'azione militare di Egitto e Siria contro Israele e di conseguenza contro tutto il mondo occidentale, affiliato alla Nato.
crisi petrolifera
Vennero allora varate, soprattutto nei paesi dell'Europa occidentale, misure per diminuire il consumo del petrolio ed evitare gli sprechi: in Italia, in particolare, il governo di Mariano Rumor varò un piano nazionale di "austerity economica", con misure quali il divieto di circolare in auto la domenica, la fine anticipata dei programmi televisivi, la riduzione dell'illuminazione stradale e commerciale e una riforma energetica.

Milano, corso Buenos Aires: divieto di circolazione per le auto
misure dell'austerity
La crisi cambiò certamente la mentalità della popolazione su alcuni importanti temi: si diffuse infatti una maggior consapevolezza dell'instabilità del sistema produttivo e si rivalutò l'importanza del petrolio, che non era più visto come l'unica fonte di energia possibile; ovunque, non solo in Italia, vi fu un grande interesse verso nuove fonti di energia alternative, quali il gas naturale e l'energia atomica. Cominciarono ad entrare nel vocabolario comune nuove parole come "ecologia" e "risparmio energetico", simboli di un cambiamento della mentalità della società internazionale e della vita di tutti i giorni.
Ci si può a questo punto collegare ai seguenti articoli: La Terra invoca aiuto, in cui è esposto il Rapporto sui limiti dello sviluppo del '72, e il pensiero del filosofo contemporaneo Hans Jonas.

Fonti:

giovedì 11 giugno 2020

Alcuni haiku

Ecco alcuni haiku, ossia brevi componimenti di 3 strofe, su ecosistema:


Nello stagno antico
si tuffa una rana:
eco dell’acqua

Silenzio.
Graffia la pietra
un canto di cicale.

Su un ramo spoglio
si posa un corvo
nel crepuscolo d’autunno.

Luna veloce:
le cime degli alberi
sono impregnate di pioggia.
(possibile confronto con la luna in Leopardi!!)

Il mare si oscura.
Il grido delle oche selvatiche
qualcosa di bianco.

Serie TV: L'isola - Utopia di una città ideale - STEP #22

 L'isola - Utopia di una città ideale
Parte 1 - Il libro

Primavera 1453. Dopo dure settimane di assedio, Costantinopoli non può più resistere, ed è destinata a cadere per mano dell’Impero Ottomano; con essa termina la vita del glorioso Impero Romano d’Oriente, che per lungo tempo aveva resistito agli attacchi delle popolazioni barbariche. 

Il sovrano Costantino XI è intenzionato a fuggire, insieme ad alcuni suoi fedeli. Prima di farlo, tuttavia, scoprono per puro caso, in un’antica biblioteca, un’opera di Vitruvio: è un trattato di architettura, del quale nessuno sapeva l’esistenza. Inizialmente non danno importanza a questo ritrovamento, presi dalle vicende belliche, ma decidono di portarlo con sé nella fuga. 

La meta prestabilita è Venezia, rimasta ancora incolume agli attacchi turchi. Qui gli esuli incominciano a studiare l’opera ritrovata, insieme ad alcuni eruditi veneziani; solo ora riescono a comprenderne la reale importanza: in questo testo vi è infatti descritto minuziosamente il progetto di una città utopica, come mai nessuno l’aveva pensata fino ad allora.

Parte 2 - Il viaggio

Anche Venezia si rivela essere in pericolo, a causa dell’avanzata dell’Impero Ottomano. La corte della Repubblica, guidata dal Doge, decide dunque di fuggire dalla città, insieme ai pochissimi superstiti del nucleo originario fuggito da Costantinopoli. Essi hanno un piano: vorrebbero rendere realtà la città ideale di Vitruvio, per poter vivere in pace e prosperità. 

Per fare ciò hanno tuttavia la necessità di trovare un luogo dove non poter essere raggiunti: a tal scopo assoldano un gruppo di navigatori, i quali riescono nell’intento di scoprire un’isoletta a largo dell’Africa settentrionale, della quale manterranno segreta l’ubicazione. 

Nel 1510 avviene finalmente la partenza verso l’isola, in gran segreto: era stato infatti studiato un piano secondo il quale le navi coinvolte sarebbero partite da porti dislocati in tutta Europa, per non destare sospetti. Per il viaggio erano stati inoltre chiamati i migliori architetti e ingegneri d’Europa, per poter comprendere ed interpretare al meglio gli scritti di Vitruvio.

Parte 3 - L'isola

Inizio ‘600. I primi anni sull'isola furono molto duri, soprattutto per la scarsità di risorse, sia alimentari che per le costruzioni. Dopo una ventina d’anni, però, la città cominciava a fiorire, e soprattutto a prendere la forma voluta, ossia quella progettata da Vitruvio. Solo allora si comprese fino in fondo la grandezza e il genio dell'architetto vissuto ben quindici secoli prima.

Il progetto di questa città ideale si basa sulla convinzione che questa debba essere pensata per essere in assoluta simbiosi con la natura, e che debba seguire i suoi schemi intrinseci. Si va dunque a creare un profondo “ecosistema” tra uomo, natura e città.
Sempre in prestito dalla natura, ad esempio, vengono tratti alcuni schemi geometrici quali la spirale aurea o la proporzione aurea, i quali vengono usati dovunque, a partire dalla pianta della città: tutti gli edifici sono infatti disposti seguendo questa spirale. Essa ha inizio nella biblioteca, ritenuta il luogo più sacro della città, la quale è posta sulla sommità di una collina, come a rappresentare metaforicamente la testa di una persona, ossia la parte pensante.
I settori, necessari per la costruzione geometrica della figura, rappresentano i quartieri della città.
Tutti gli edifici, poi, sono progettati seguendo la proporzione aurea, e presentano, sia all'esterno che negli interni, motivi floreali e faunistici. Gli spazi della città rimasti liberi sono completamente tappezzati di boschi e giardini.





Fonti immagini:

mercoledì 10 giugno 2020

La Natura è scritta in linguaggio matematico: Galileo

Non può assolutamente mancare, nell'analisi di tematiche come la Natura e il rapporto tra questa e l'uomo, il pensiero di Galileo Galilei, padre della scienza moderna.
Il saggiatore
Questo rapporto, se in filosofi quali Bruno e Spinoza era di tipo metafisico, ora diventa di stampo prettamente scientifico e matematico. Sostiene infatti che "La filosofia [della natura] è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto dinanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscere i caratteri ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi [sic] è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto" (Il Saggiatore (1623), in Opere, vol. VI, p. 232).

Per l'analisi del suo pensiero cito una parte di quanto scritto in questo articolo: "E' bene ricordare che lo scopo di Galileo non era quello di spiegare l'esistenza del mondo e la sua essenza ma il modo di essere e le leggi che ne regolano il funzionamento. Sosteneva che la natura, essendo rivelazione di Dio, è soggetta a leggi ben precise che si possono ridurre in termini matematici e l'uomo, attraverso la sua intelligenza può giungere alla conoscenza di quelle leggi che regolano i fenomeni naturali. Per Galileo le conoscenze umane devono nascere dalla presa diretta della realtà e dalla “sensata esperienza”, ovvero la conoscenza della realtà che si ottiene dall'intelletto e dai sensi."
Infine, "Come Husserl scriverà poi in Krisis, capolavoro della sua maturità, con Galileo è iniziata la separazione tra il mondo della percezione e quello della scienza. Una separazione che avrebbe portato alla terza antinomia di Kant. Machiavelli fondò dunque la moderna concezione dell’umano, Galileo la moderna concezione della natura: la modernità, con la sua costitutiva scissione tra mondo umano e natura, ha le proprie radici saldamente piantate in Italia."


Fonti:

sabato 6 giugno 2020

Mappa concettuale di Ecosistema - STEP #23

Ecco una possibile mappa concettuale sui temi principali, affrontati sia a lezione che nel blog personale, riguardanti ecosistema.
Analizzando tali argomenti, si può dividere la mappa in due sezioni: nella parte superiore vi sono termini derivanti dal concetto di Natura, mentre in quella inferiore i termini sono legati all'Uomo. I due concetti di Natura e Uomo sono infatti diametralmente opposti nella mappa, e il loro collegamento -evidenziato in giallo- è, a mio parare, il più cruciale di tutta la mappa.
Proprio questo collegamento, anche se nel senso negativo, ossia di progressivo distaccamento, è un concetto cardine della filosofia di Hans Jonas (qui analizzata).

Diversi post analizzano dei collegamenti tra questi concetti: Ecotopia: l'utopia dell'ambientePapa Francesco e la lotta per l'ambienteLa Terra invoca aiutoL'ingegneria ambientale a difesa dell'ambiente sono i principali.

venerdì 5 giugno 2020

Giornata mondiale dell'Ambiente

Il 5 giugno di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 15 dicembre 1972 (evento già descritto in questo post).
Per una descrizione completa qui.

5 giugno

giovedì 4 giugno 2020

Deus sive Natura e l'etica di Spinoza - STEP #21

Sempre rimanendo nella filosofia del '500 e '600, dopo aver analizzato Giordano Bruno e Francesco Bacone (rispettivamente qui e qui), passo ora al pensiero Baruch Spinoza, ed in particolare alla sua etica, che è il punto di arrivo della sua riflessione metafisica.
Come nei primi due filosofi citati, anche in Spinoza riveste grande importanza la natura: egli concilia il dualismo mente/corpo facendo di Dio la causa immanente di questa; da qui il famoso motto Deus sive Natura, secondo il quale Dio e il mondo non sono due enti separati, ma un unico ente.
Tornando all'etica, Spinoza intende proporre la sua stessa filosofia come un modo per "attraversare la vita non con paura e pianto, ma in serenità, letizia e ilarità".  Identifica il concetto di naturalità dell'uomo: egli non è una creatura privilegiata, come sostenuto da molti, ma una formazione naturale posta, come tutte le altre, alle comuni leggi dell'universo. Le azioni umane sono casi particolari di queste leggi, dunque possono venire studiate proprio come leggi naturali, con una matematica obiettività: è il cosiddetto geometrismo morale. Ne consegue che le passioni umane non devono essere trattate come vizi ma come proprietà che appartengono alla natura umana: si comprende dunque come il filosofo abbandoni ogni forma di atteggiamento moralistico nei confronti delle pulsioni umane. Infatti giudica buono unicamente ciò che è utile.
Sempre all'interno di questa geometria di emozioni e affetti, distingue questi ultimi in due tipologie: azioni e passioni.  Le azioni sono gli affetti di cui siamo "causa adeguata", mentre le passioni sono gli affetti che subiamo o patiamo.

Baruch Spinoza


Fonti:
libro di testo: Abbagnano, Fornero, L'ideale e il reale 2, Pearson

lunedì 1 giugno 2020

La luna in Leopardi - STEP #20

Era la luna nel cortile; un lato
tutto ne illuminava, e discendea
sopra il contiguo lato obliquo un raggio...
Dalla maestra via s'udiva il carro
del passegger, che, stritolando i sassi,
mandava un suon, cui precedea da lungi
il tintinnir de' mobili sonagli...    
 (Giacomo Leopardi - Zibaldone di pensieri)

In questo idillio, incipit dello Zibaldone di Leopardi, che possiamo definire un ecosistema, composto da varie figure e parti, sia naturali che non, le quali vanno a comporre questo "quadretto", certamente riveste un ruolo primario la luna. In realtà durante tutto l'arco della sua vita il poeta ha cantato e coltivato nei suoi scritti l'immagine lunare, attribuendole funzioni e significati legati al proprio mondo interiore.
Il rapporto con l'astro è dinamico, e subisce numerosi cambiamenti: inizialmente, in La sera del dì di festa, subentra il tema della morte, suggeritogli dal dolore fisico. In un secondo momento questo rapporto si alleggerisce, diventando un sentimento di angoscia nell'anima del poeta: la luna infatti è immobile, silenziosa, austera, quasi a voler ricordare che tutte le cose umane terminano nell'oscurità e nel silenzio.
In Alla luna Leopardi sceglie il lessico e il tono della poesia d’amore: instaura un monologo con essa, come se fosse la propria amata, definendola "mia diletta luna".

Tuttavia, il punto più alto della poesia riguardante la luna si ha probabilmente nell'apostrofe a questa nel Canto notturno di un pastore errante dell'Asia

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
di mirar queste valli?

canto alla luna
Qui l'astro diventa un freddo interlocutore, insensibile ai problemi dell'uomo, individuati nelle più tipiche domande esistenzialistiche che l'umanità si è sempre posta, cui però nessuno è mai riuscito a dare risposta. La vita della luna è poi paragonata a quella del pastore: ripetitiva, monotona, ciclica; a questo punto il poeta stesso, nelle vesti del pastore, cerca di dare risposta a queste domande, esponendo la drammatica allegoria della vita umana. Questa viene infatti paragonata al destino di un vecchio infermo che, dopo aver attraversato mille difficoltà, sanguinante ed esausto, corre verso l’abisso, simbolo della morte, nel quale precipita e si annulla.
Nelle strofe successive, la luna viene maggiormente umanizzata, poiché non solo condivide lo stesso destino di solitudine del pastore errante, e dunque del poeta stesso, ma è anche costretta a girare in eterno, osservando il crudele destino degli uomini ("ove tende questo vagar mio breve, il tuo corso immortale?").


Fonti: