venerdì 10 aprile 2020

Unione di anima e corpo in Platone - STEP #08

"Si raffiguri l’anima come la potenza d’insieme di una pariglia alata e di un auriga. Ora tutti i corsieri degli dei e i loro aurighi sono buoni e di buona razza, ma quelli degli altri esseri sono un po’ sì e un po’ no. Innanzitutto, per noi uomini, l’auriga conduce la pariglia; poi dei due corsieri uno è nobile e buono, e di buona razza, mentre l’altro è tutto il contrario ed è di razza opposta. Di qui consegue che, nel nostro caso, il compito di tal guida è davvero difficile e penoso. Ed ora bisogna spiegare come gli esseri viventi siano chiamati mortali e immortali. [...] Cosí, quando sia perfetta ed alata, l’anima spazia nell’alto e governa il mondo; ma quando un’anima perde le ali, essa precipita fino a che non s’appiglia a qualcosa di solido, dove si accasa, e assume un corpo di terra che sembra si muova da solo, per merito della potenza dell’anima. Questa composita struttura d’anima e di corpo fu chiamata essere vivente, e poi definita mortale." (Platone - Fedro, 246 a, b, c)
Questo testo, tratto dal Fedro di Platone, è parte del mito del carro e dell'auriga. In questo dialogo, diversamente da quanto fatto nel Fedone, nel quale era sottolineata l'unità e la semplicità dell'anima, Platone distingue quest'ultima in 3 parti:
  • la parte razionale, che domina gli impulsi
  • la parte desiderante/concupiscibile, principio di tutti gli impulsi
  • la parte irascibile/coraggiosa, che dà sostegno a quella razionale e lotta per ciò che la ragione ritiene giusto.
Questa tripartizione è chiarita mediante il mito del carro alato, appunto, nel quale l'anima è paragonata ad una biga alata, guidata da un auriga e trainata da una coppia di cavalli, di cui uno bianco e obbediente, l'altro nero e imbizzarrito. L'auriga corrisponde al logos, la parte razionale dell'anima, che deve guidare in modo sapiente i due cavalli, che simboleggiano la parte coraggiosa dell'animo (cavallo bianco) e la parte pulsionale, emotiva (cavallo nero), vero l'iperuranio, sede delle idee e dell'essere autentico. Tuttavia l'auriga può resistere poco in questo mondo celeste, in quanto tirato verso il basso, cioè verso il corruttibile e sensibile, dal cavallo nero. Dopo la ridiscesa quest'anima andrà a vivificare un corpo: questa persona sarà più o meno sapiente, ovvero più o meno dedita alla ricerca di verità e bellezza, in base a quanto ha potuto osservare il mondo delle idee.
Con questo mito Platone riesce a spiegare anche il concetto della reincarnazione.
Proprio quest'idea di unione, simbiosi e unità sia delle tre parti dell'anima, in primo luogo, che dell'anima con il corpo, in secondo luogo, mi suggerisce naturalmente la comparsa del termine ecosistema nei dialoghi di Platone.

biga alata

Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Mito_del_carro_e_dell%27auriga
libro di testo: Abbagnano, Fornero, L'ideale e il reale 1, Pearson

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