Egli ritiene infatti che la Natura debba essere assoggettata all'uomo, in nome della scienza, intesa come potenza e dominatrice; l'uomo deve perciò liberarsi e rendersi indipendente dalla Natura, sempre attraverso la scienza e la tecnica. Il metodo per arrivare a tale conoscenza è il metodo induttivo, ripreso da Aristotele ma con notevoli variazioni, il quale deve partire dai casi particolari fino ad arrivare ai principi generalissimi, e cioè alla comprensione della Natura attraverso i vari fenomeni di cui siamo spettatori; questo metodo, inoltre, deve basarsi sull'esperimento (è tuttavia un concetto differente rispetto al futuro metodo scientifico di Galileo).
Ne La nuova Atlantide siamo in grado di capire a fondo il pensiero del filosofo riguardo la scienza, con il suo metodo: in questo romanzo è infatti descritta una società utopica, la quale si basa unicamente sul progresso della tecnica e del sapere, grazie alla scienza. Gli abitanti di quest'isola sperduta vivono in armonia e concordia, grazie alle loro continue scoperte, le quali sono possibili grazie ad un formidabile apparato sperimentale e di ricerca: l'isola si può definire come un laboratorio a cielo aperto infatti, nel quale vengono condotte sperimentazioni in ogni ambito, dalla meccanica alla gastronomia, passando per l'allevamento.
Ecco un estratto significativo:
"II fine della nostra fondazione è la conoscenza delle cause e dei segreti moti delle cose, e l'ampliamento dei confini dell'impero umano per l'effettuazione di tutte le cose possibili. […]
Abbiamo ampi e profondi pozzi di varia profondità […]
Abbiamo depositi sotterranei in terreni vari […]
Abbiamo anche bei bagni spaziosi di varie misture per la cura delle malattie e per ristabilire il corpo umano dalla rarefazione […]
Abbiamo anche mezzi per far crescere diverse piante mescolando terreni diversi senza semi, e parimente di produrre diverse piante nuove, differenti da quelle comuni, e di trasformare un albero o una pianta in un'altra […]
Abbiamo ancora parchi e recinti con ogni sorta di animali e di uccelli, dei quali non ci serviamo soltanto per mostra di rarità, ma anche per dissezioni ed esperimenti […]
Abbiamo anche diverse arti meccaniche che voi non avete […]
Abbiamo anche case di ottica, nelle quali riproduciamo ogni sorta di luci e di radiazioni, e ogni sorta di colori […]
Abbiamo ancora case del suono nelle quali esperimentiamo e riproduciamo tutti i suoni con la loro origine […]
Abbiamo ancora fabbriche di macchine, nelle quali vengono costruite macchine e strumenti adatti a qualsiasi genere di movimento […]
Abbiamo anche una casa per la matematica, nella quale vengono costruiti con estrema accuratezza tutti gli strumenti per la geometria e l'astronomia […]
Abbiamo anche case dell'illusione dei sensi, nelle quali otteniamo ogni sorta di fenomeni di prestigio, di false apparizioni, d'inganni, d'illusioni e dei loro errori […]
Queste sono, figliuolo, le ricchezze della Casa di Salomone." (Francesco Bacone, La nuova Atlantide, pagg 24-30)
Quest'opera è un vero e proprio inno alla "tecno-scienza": in definitiva sarei tentato di definire la figura di Bacone come uno "pseudo-ingegnere".
Fonti: libro di testo: Abbagnano, Fornero, L'ideale e il reale 2, Pearson; videolezione
Fonti: libro di testo: Abbagnano, Fornero, L'ideale e il reale 2, Pearson; videolezione
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