giovedì 7 maggio 2020

Bacone "ingegnere"

Se da un lato in Giordano Bruno la Natura è esaltata, idealizzata, fino a diventare una vera e propria religione, in cui compaiono anche elementi metafisici e magici (qui il post relativo), in Francesco Bacone si ha una visione diametralmente opposta.
Egli ritiene infatti che la Natura debba essere assoggettata all'uomo, in nome della scienza, intesa come potenza e dominatrice; l'uomo deve perciò liberarsi e rendersi indipendente dalla Natura, sempre attraverso la scienza e la tecnica. Il metodo per arrivare a tale conoscenza è il metodo induttivo, ripreso da Aristotele ma con notevoli variazioni, il quale deve partire dai casi particolari fino ad arrivare ai principi generalissimi, e cioè alla comprensione della Natura attraverso i vari fenomeni di cui siamo spettatori; questo metodo, inoltre, deve basarsi sull'esperimento (è tuttavia un concetto differente rispetto al futuro metodo scientifico di Galileo).
Ne La nuova Atlantide siamo in grado di capire a fondo il pensiero del filosofo riguardo la scienza, con il suo metodo: in questo romanzo è infatti descritta una società utopica, la quale si basa unicamente sul progresso della tecnica e del sapere, grazie alla scienza. Gli abitanti di quest'isola sperduta vivono in armonia e concordia, grazie alle loro continue scoperte, le quali sono possibili grazie ad un formidabile apparato sperimentale e di ricerca: l'isola si può definire come un laboratorio a cielo aperto infatti, nel quale vengono condotte sperimentazioni in ogni ambito, dalla meccanica alla gastronomia, passando per l'allevamento.
Ecco un estratto significativo:

"II fine della nostra fondazione è la conoscenza delle cause e dei segreti moti delle cose, e l'ampliamento dei confini dell'impero umano per l'effettuazione di tutte le cose possibili. […]
Abbiamo ampi e profondi pozzi di varia profondità […]
Abbiamo depositi sotterranei in terreni vari […]
Abbiamo anche bei bagni spaziosi di varie misture per la cura delle malattie e per  ristabilire il corpo umano dalla rarefazione […]
 Abbiamo anche mezzi per far crescere diverse piante mescolando terreni diversi senza  semi,  e  parimente  di  produrre  diverse  piante  nuove,  differenti  da  quelle  comuni,  e  di  trasformare un albero o una pianta in un'altra […]
Abbiamo ancora parchi e recinti con ogni sorta di animali e di uccelli, dei quali non ci  serviamo soltanto per mostra di rarità, ma anche per dissezioni ed esperimenti […]
Abbiamo anche diverse arti meccaniche che voi non avete […]
Abbiamo  anche  case  di  ottica,  nelle  quali  riproduciamo  ogni  sorta  di  luci  e  di  radiazioni,  e  ogni  sorta  di  colori […]
Abbiamo ancora case del suono nelle quali esperimentiamo e riproduciamo tutti i suoni  con la loro origine […]
Abbiamo  ancora  fabbriche  di  macchine,  nelle  quali  vengono  costruite  macchine  e  strumenti  adatti  a  qualsiasi  genere  di  movimento […]
Abbiamo anche una casa per la matematica, nella quale vengono costruiti con estrema  accuratezza tutti gli strumenti per la geometria e l'astronomia […]
Abbiamo  anche  case  dell'illusione  dei  sensi,  nelle  quali  otteniamo  ogni  sorta  di  fenomeni di prestigio, di false apparizioni, d'inganni, d'illusioni e dei loro errori […]
 Queste sono, figliuolo, le ricchezze della Casa di Salomone."                  (Francesco Bacone, La nuova Atlantide, pagg 24-30)

Quest'opera è un vero e proprio inno alla "tecno-scienza": in definitiva sarei tentato di definire la figura di Bacone come uno "pseudo-ingegnere".


Fonti: libro di testo: Abbagnano, Fornero, L'ideale e il reale 2, Pearson; videolezione

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