venerdì 12 giugno 2020

Inquadramento storico delle lotte ambientaliste degli anni '70

Avendo citato in alcuni post gli eventi legati alle lotte ambientaliste degli anni '70, è doveroso inquadrare tale periodo storicamente; per farlo è necessario partire dal Secondo conflitto mondiale.

Nel secondo dopoguerra, uno dei principali motori dello sviluppo economico impetuoso che travolse l'Occidente fu il basso costo delle materie prime. Questo basso costo era dovuto principalmente al sistema che gli Stati Uniti proponevano, in contrasto con quello sovietico. Il modello economico americano era cioè basato su un mondo interconnesso, soprattutto grazie allo sviluppo delle telecomunicazioni e del trasporto aereo: erano i primi passi della globalizzazione, che permetteva il collegamento tra aree produttrici di fonti energetiche e aree consumatrici. La diffusione di beni di consumo durevoli, quali l'automobile o gli elettrodomestici, comportò un enorme consumo di fonti energetiche, soprattutto di petrolio, allora disponibile ad un bassissimo costo per via del dominio imperialistico e coloniale che gli che gli stati occidentali esercitavano sugli stati produttori.

Questa fiorente fase di sviluppo terminò nel 1973, con la crisi energetica, nella quale si verificò un brusco aumento del prezzo del greggio e dei suoi derivati. Questi aumenti furono causati dai paesi arabi dell'OPEC (organizzazione dei paesi esportatori del petrolio), i quali decisero di sostenere l'azione militare di Egitto e Siria contro Israele e di conseguenza contro tutto il mondo occidentale, affiliato alla Nato.
crisi petrolifera
Vennero allora varate, soprattutto nei paesi dell'Europa occidentale, misure per diminuire il consumo del petrolio ed evitare gli sprechi: in Italia, in particolare, il governo di Mariano Rumor varò un piano nazionale di "austerity economica", con misure quali il divieto di circolare in auto la domenica, la fine anticipata dei programmi televisivi, la riduzione dell'illuminazione stradale e commerciale e una riforma energetica.

Milano, corso Buenos Aires: divieto di circolazione per le auto
misure dell'austerity
La crisi cambiò certamente la mentalità della popolazione su alcuni importanti temi: si diffuse infatti una maggior consapevolezza dell'instabilità del sistema produttivo e si rivalutò l'importanza del petrolio, che non era più visto come l'unica fonte di energia possibile; ovunque, non solo in Italia, vi fu un grande interesse verso nuove fonti di energia alternative, quali il gas naturale e l'energia atomica. Cominciarono ad entrare nel vocabolario comune nuove parole come "ecologia" e "risparmio energetico", simboli di un cambiamento della mentalità della società internazionale e della vita di tutti i giorni.
Ci si può a questo punto collegare ai seguenti articoli: La Terra invoca aiuto, in cui è esposto il Rapporto sui limiti dello sviluppo del '72, e il pensiero del filosofo contemporaneo Hans Jonas.

Fonti:

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