Col passare dei mesi si rese conto che le piante crescevano in modo autonomo, senza la necessità di un'ulteriore aggiunta di acqua. Questo perché si era creato all'interno della giara un vero e proprio ecosistema in miniatura: grazie alla luce solare, era resa possibile la fotosintesi, la quale creava l'ossigeno necessario alla respirazione e aggiungeva umidità all'ambiente; umidità dalla quale derivava una pioggerellina che ricadeva sulle piante. Infine le piante morte producevano anidride carbonica, necessaria anch'essa per la fotosintesi e per il nutrimento.
Ebbene, ecco il risultato dopo ben 56 anni:
Il "giardino in bottiglia" |
Inoltre, i semi usati inizialmente sono di una pianta che esige una quantità minima di risorse: l'erba Miseria.
Fonti:
https://www.ehabitat.it/2016/05/04/cinquatasei-anni-e-non-sentirli-il-miracolo-del-giardino-in-bottiglia-di-david-latimer/
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