martedì 5 maggio 2020

Un ecosistema in miniatura

L'ottantenne David Latimer (in figura) è il protagonista di un sorprendente esperimento naturale. Spinto dalla curiosità, provò ad inserire in una giara di vetro del terriccio e dei semi, quindi aggiunse dell'acqua e lasciò il contenitore in un angolo luminoso della propria casa, dopo averlo sigillato con un tappo di sughero.
Col passare dei mesi si rese conto che le piante crescevano in modo autonomo, senza la necessità di un'ulteriore aggiunta di acqua. Questo perché si era creato all'interno della giara un vero e proprio ecosistema in miniatura: grazie alla luce solare, era resa possibile la fotosintesi, la quale creava l'ossigeno necessario alla respirazione e aggiungeva umidità all'ambiente; umidità dalla quale derivava una pioggerellina che ricadeva sulle piante. Infine le piante morte producevano anidride carbonica, necessaria anch'essa per la fotosintesi e per il nutrimento.
Ebbene, ecco il risultato dopo ben 56 anni:

Il "giardino in bottiglia"
Vanno tuttavia fatte alcune considerazioni scientifiche: non si tratta di un "miracolo della Natura", ma semplicemente dell'assommarsi di alcuni fattori favorevoli. In primis, il contenitore non è un ambiente totalmente isolato: riceve infatti la luce solare, una minima quantità di ossigeno attraverso il tappo ed è costantemente ad una temperatura controllata, in quanto si trova in un'abitazione.
Inoltre, i semi usati inizialmente sono di una pianta che esige una quantità minima di risorse: l'erba Miseria.

Fonti:
https://www.ehabitat.it/2016/05/04/cinquatasei-anni-e-non-sentirli-il-miracolo-del-giardino-in-bottiglia-di-david-latimer/

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