giovedì 28 maggio 2020

Ecotopia: l'utopia dell'ambiente - STEP #19

Ecotopia: Il romanzo del nostro futuro è un romanzo utopico scritto da Ernest Callenbach nel 1975, nel quale viene descritta una delle prime società utopico-ecologiche; ebbe una grande influenza sui movimenti ambientalisti degli anni '70 (anni in cui viene pubblicato il Rapporto sui limiti dello sviluppo, viene indetta la prima Conferenza sullo sviluppo sostenibile e nasce la mentalità ambientalista di massa: qui spiegato). Bisogna inoltre sottolineare che le meraviglie tecnologiche descritte nel romanzo sono basate su ricerche e scoperte reali.
Ecotopia è un paese nato dalla secessione degli stati sulla West Coast americana -California, Oregon e Washington- con lo scopo di creare uno “stable-state” ecosystem, ossia uno stato in cui vi sia il perfetto equilibrio tra uomo e ambiente.
Il protagonista è William Weston, un giornalista americano, che si reca ad Ecotopia per realizzare una serie di articoli che permettano ai suoi connazionali di conoscere meglio questo utopico paese del quale si conosce ben poco. Ogni capitolo del libro è costituito da una prima parte di descrizione oggettiva e quasi scientifica di ogni aspetto della società ecotopiana e da una seconda parte invece soggettiva, nella quale il protagonista racconta le proprie esperienze ed opinioni.
William scopre una società che limita il più possibile l'inquinamento e che ricicla ogni oggetto prodotto; vi sono particolari concezioni di consumo, agricoltura, attività forestali e sviluppo industriale, tutti in chiave eco-sostenibile, e vengono utilizzate unicamente le fonti rinnovabili. Donne e uomini hanno pari diritti (il presidente è una donna, oggi paragonata a Hillary Clinton), e vi è una più ampia concezione di famiglia. Nel corso del suo soggiorno Weston, dapprima diffidente e prevenuto, comprende e adotta le idee e la cultura ecotopiana, decidendo addirittura di non rientrare più negli Stati Uniti, ma di rimanere ad Ecotopia con la sua nuova compagna Marissa.

Probabilmente l'autore, durante la scrittura del romanzo, ha in mente la società utopica di Francesco Bacone, narrata nella Nuova Atlantide (qui analizzata): anche in quest'ultima la società si basa sullo sviluppo scientifico e tecnologico, e vi è una descrizione estremamente accurata di tali scoperte e invenzioni.

una raffigurazione di come potrà diventare una città ricostruita in chiave ecotopica

Fonti:

mercoledì 27 maggio 2020

La filosofia a difesa della Natura: Hans Jonas - STEP #18

Estendendo le tematiche sin qui sviluppate alla filosofia contemporanea, un pensatore che certamente deve essere ricordato è Hans Jonas. Tedesco ma di origine ebraica, durante il nazismo è costretto ad emigrare prima in Inghilterra e poi in Israele; successivamente si trasferisce negli Stati Uniti, dove rimarrà per il resto della vita, insegnando all'università.
Allievo di Heidegger, profondamente turbato dalla non opposizione del maestro al nazismo, inizia a riflettere criticamente sulla filosofia esistenzialistica e su tutta la filosofia occidentale, per individuare i motivi culturali che avevano indotto persone di grande valore scientifico a non assumere atteggiamenti responsabili, in momenti storicamente cruciali. Per Jonas il pensiero occidentale è stato caratterizzato dalla separazione tra uomo e natura, separazione che può spiegare lo scarso interesse per il mondo che ci circonda.
Egli ha cioè tentato di elaborare una nuova etica globale della civiltà tecnologica. Quest'ultima è definita un "Prometeo scatenato", riferendosi all'atteggiamento tipico dell'uomo occidentale, il quale persegue l'ideale baconiano di dominio illimitato sulla natura (qui spiegato). Così facendo, sostiene il filosofo, la civiltà sta minacciando la sopravvivenza stessa del globo ("viviamo in una situazione apocalittica [...] nell'imminenza di una catastrofe universale").
Questa nuova etica deve basarsi sulla responsabilità, seppur in maniera differente dai modelli tradizionali, in quanto questi ultimi si soffermano unicamente sull'uomo e sul contingente (sull'hic et nunc); questa nuova etica deve invece tener conto anche del mondo extraurbano e delle generazioni future: significativa la massima "se continuiamo a consumare energia e a inquinare il pianeta con gli attuali ritmi, che destino riserveremo ai nostri figli e nipoti?". Al classico imperativo categorico kantiano sostituisce un ben più attuale e concreto nuovo imperativo etico: "Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un'autentica vita umana sulla terra".
In termini filosofici, alla pericolosa euforia che accompagna l'utopismo moderno (derivante sia dal pensiero baconiano che da quello marxista), Jonas contrappone la modestia e la cautela, che fanno parte della nuova etica della responsabilità già spiegata; aggiunge inoltre che "la responsabilità si nutre sia della speranza che della paura". Questo principio di responsabilità si pone dunque come una "terza via" tra l'eccesso di speranza (come in Ernst Bloch) e l'eccesso di disperazione (come  in Gunther Anders): infatti Jonas conserva una certa, seppur moderata, fiducia nella ragione e nella libertà dell'uomo.
Da notare che il timore di una possibile catastrofe ecologica lo porta inoltre a criticare la Chiesa e il magistero "dissennato" del Papa a proposito della natalità.
Infine, il filosofo ha preso posizione anche su altri temi quali la bioetica, cioè eutanasia e manipolazione genetica, e il problema del male: arriva perfino ad abbandonare il concetto di onnipotenza divina.

Si osserva dunque come il pensiero di Jonas sia l'astrazione filosofica dei grandi eventi degli anni '70 riguardanti l'ambiente, quali il Rapporto sui limiti dello sviluppo e i primi movimenti ambientalisti (qui analizzato). In realtà queste idee sono più che mai valide al giorno d'oggi.

Hans Jonas


Fonti:
libro di testo: Abbagnano, Fornero, L'ideale e il reale 3, Pearson

mercoledì 20 maggio 2020

Ecosistema dalla A alla Z - STEP #17

Ecco un possibile abbecedario relativo al termine ecosistema:

Ambiente: è probabilmente il miglior sinonimo (collegamento effettuato in vari post: vedi qui, qui e qui)
Inquinamento (tematica affrontata in questo post)
Paesaggio (in questo post analisi artistica del termine)
Tansley, Arthur: ecologo inglese studioso di ecosistemi; coniò tale termine nel 1935 (spiegato qui)
Universo: può essere infatti considerato il più grande tra gli ecosistemi, contenente ogni cosa (vedi questo post)

venerdì 15 maggio 2020

Dalla "fase 2" alla Teoria dei giochi

Questo articolo della rivista scientifica Galileo mostra un interessante collegamento tra la situazione attuale dell'epidemia nel nostro Paese e la disciplina matematica della Teoria dei giochi.
Sappiamo a memoria oramai le regole del distanziamento sociale da rispettare in queste settimane di metà maggio, nella famosa "fase 2", in cui è possibile riprendere le interazioni sociali, se a debita distanza. Possiamo nuovamente andare nei parchi per passeggiate o attività sportive, ad esempio, con la conditio sine qua non che tali luoghi non siano affollati.
Ma come possiamo sapere cosa farà la maggioranza delle persone, in modo da poter fare l'opposto, e cioè essere nella minoranza che visita un certo luogo? Qui entra in gioco la matematica, in quanto è proprio la teoria dei giochi, o teoria delle decisioni interattive, a studiare tutte quelle situazioni in cui più persone interagiscono, avendo scopi differenti e le cui azioni hanno conseguenze sul risultato ottenuto da ognuno. Un classico esempio è la situazione di un automobilista che cerca il percorso con minor traffico: si cerca di indovinare cosa non farà la maggioranza, in modo da poter sfruttare il percorso più breve.

Il matematico John Nash, che diede un contributo sostanziale a questa disciplina matematica

giovedì 14 maggio 2020

Papa Francesco e la lotta per l'ambiente - STEP #16

"La terra è ferita, serve una conversione ecologica"     (Papa Francesco, Laudato si')
Queste parole sono tra le più significative dell'enciclica di papa Francesco Laudato si', risalente al giugno del 2018. Essa, il cui nome fa riferimento al Cantico delle creature di San Francesco ("Laudato si, mi Signore, cun tucte le creature tue"),  tratta l'interconnessione tra crisi ambientale della Terra e crisi sociale dell'umanità, ossia l'ecologia integrale: il papa sottolinea infatti come i temi sociali, economici e ambientale siano strettamente collegati.
Il punto di partenza è l'analisi dei dati scientifici, seppur quest'opera non sia affatto di stampo scientifico, come tende a sottolineare il papa; prende inoltre in considerazione lo scioglimento dei ghiacci e la Biodiversità, bene inestimabile del nostro pianeta. Il quadro che delinea nel primo capitolo dell'enciclica è alquanto buio: deterioramento della qualità della vita umana e della degradazione sociale. Il punto di vita del pontefice è quello di un teologo: Francesco ricorda che «l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme» colpendo i più deboli. Problemi che «non trovano spazio sufficiente nelle agende del mondo»: è dunque una condanna contro le politiche attuali, le quali devono adoperarsi per un «sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi».
«I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria»; oggi «qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta». Di fronte all’esaurimento di alcune risorse si va creando «uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni». La politica dovrebbe essere più attenta, ma «il potere collegato con la finanza» resiste a questi sforzi. Anche in queste frasi possiamo cogliere una profonda condanna verso l'attuale sistema economico, cinico e insensibile ai problemi sociali e ambientali.
Il punto di vista dell'enciclica nel prosieguo del documento è la responsabilità morale degli uomini, che con i loro comportamenti influiscono su ambiente, inquinamento, riscaldamento globale e, in ultima analisi, di come possiamo impedire tutto questo. E il papa chiama tutti a una conversione ecologica: impegnarsi per la salvaguardia dell'ambiente, la nostra casa comune. Sostiene inoltre che inquinare, contribuire al riscaldamento globale, alla deforestazione è - in fondo - un peccato.

Per queste considerazioni ho scelto papa Francesco come "testimonial" del termine ecosistema.


mercoledì 13 maggio 2020

La Terra invoca aiuto - STEP #15

Nel Rapporto sui limiti dello sviluppo, commissionato al MIT dal Club di Roma nel 1972, grande importanza riveste il tema ambientale e degli ecosistemi.
L'analisi vuole infatti portare le nazioni alla riflessione sul rapporto tra ambiente e sviluppo economico; la tesi è semplice: le risorse del nostro pianeta sono limitate, mentre lo sfruttamento di queste, la popolazione e l'inquinamento aumentano in maniera esponenziale. Secondo gli autori, il perdurare di questi trend di crescita potrebbe portare al raggiungimento dei limiti naturali della Terra entro il nostro secolo: si entrerebbe in un'epoca di guerre, carestie, crollo demografico e della produzione, enormi disuguaglianze.
Per evitare tale prospettiva, gli autori ritengono necessario equilibrare la crescita, cioè cercare di perseguire un modello di sviluppo senza crescita della popolazione e della produzione, in equilibrio con l'ambiente; è dunque necessario un totale rinnovamento della società.
Per quanto riguarda la tematica ambientale, gli scienziati mostrano come le trasformazioni e lo sfruttamento ambientale siano sempre esistiti, ma che dal XIX sec. essi sono aumentati notevolmente, con l'avvento dell'industrializzazione. Nel XX secolo poi i problemi di inquinamento sono diventati più acuti e la pressione sulle risorse naturali si è ingigantita. Sono nate nuove problematiche, quali lo sfruttamento dei mari, l'inquinamento dovuto ai veicoli, i rifiuti non biodegradabili; si è perfino manifestata la possibilità di distruzione dell'intero pianeta, a causa delle armi atomiche. 
Negli anni '70 del Novecento, si assiste a una svolta nella coscienza collettiva rispetto ai problemi ambientali: nel modo di considerare la natura, l'ambiente, lo sviluppo e, proprio quando cominciano a manifestarsi i trionfi della nuova rivoluzione dell'automazione, dell'informatica, dell'elettronica, delle biotecnologie, l'ecologia, da ambito scientifico, diventa sensibilità culturale diffusa. Nel '73 le Nazioni Unite convocano la prima Conferenza sullo sviluppo sostenibile, in modo da aprire un dialogo globale sul tema. Grande impatto sull'opinione pubblica ha anche lo shock petrolifero del '73, il quale mostra la limitatezza delle risorse non rinnovabili. Fondamentali sono da quegli anni in poi gli studi scientifici effettuati sullo stato del pianeta.
Sono stati effettuati due aggiornamenti a The Limits to Growth: Beyond the Limits (1992) e Limits to Growth: The 30-Year Update (2004), nei quali si confermano le tesi iniziali e si chiarisce che i limiti della capacità di sostentamento della Terra sono già stati superati. Viene inoltre spostato l'accento dalla limitatezza delle risorse al problema climatico.
Allo stato attuale dei fatti, sono stati compiuti grandi passi in avanti dal 1972, soprattutto in campo tecnologico e riguardo la sensibilizzazione su queste tematiche, ma al contempo i problemi si sono aggravati, e dunque quanto fatto è ancora insufficiente.

lo sviluppo sostenibile da perseguire

i 17 obiettivi prefissati per uno sviluppo sostenibile in vista dell'Agenda 2030


Fonti:
http://www.treccani.it/export/sites/default/scuola/lezioni/storia/LIMITI_SVILUPPO_lezione.pdf

Maggiori informazioni sui Limiti dello sviluppo: documentario Limiti dello sviluppole previsioni del Club di Roma

sabato 9 maggio 2020

Previsioni sul futuro e limiti alla predittività della scienza

Nelle ultime lezioni abbiamo affrontato in modo scrupoloso la tematica di se e come sia possibile per l'uomo poter "prevedere il futuro": non si sta parlando certamente di arti magiche o astrologia, ma di scienza. Perché, in ultima analisi, la scienza ha come principio ultimo proprio il voler essere predittiva: l'esempio migliore ne è la fisica. Già Galileo infatti ricercava negli eventi naturali una loro ripetibilità; proprio da queste considerazioni nacque il metodo scientifico, che da secoli ci accompagna nella ricerca di leggi sempre più precise e che ci permettono di "usare" la Natura, nel senso baconiano del termine (vedi questo post).
Alcuni si sono spinti oltre, cercando leggi che potessero verificare la circolarità della Storia, allo stesso modo dell'alternarsi delle stagioni o del giorno e della notte: questo è infatti un concetto estremamente antico e radicato nella cultura occidentale, sin dalla mitologia greca. Un esempio studiato è l'ingegnere torinese Vilfredo Pareto, il quale sosteneva, nel Manuale di economia politica: "Si ammette, il che è ipotetico, che il futuro sarà eguale al passato"; egli infatti era convinto di poter applicare le leggi della matematica all'economia (concetto di econometria), e dunque di ritrovare una certa ripetibilità e prevedibilità dell'economia. Similmente fece il matematico russo Kondratiev, ideatore dei cicli economici e delle relative "onde".
Tuttavia, nessuna di queste teorie, né alcun'altra teoria scientifica, è riuscita nell'intento di spiegare l'intera realtà, come ambisce a fare la Teoria del Tutto, in fisica (qui maggiori informazioni). Sarà forse questa la teoria ricercata da tutti questi scienziati e che ci permetterà di stabilire, tra le altre cose, la circolarità o non del tempo?
Ovviamente ad ora non siamo in grado di rispondere a queste domande. E in futuro? Potrà aiutarci la tecnologia?
Già da decenni infatti i computer ci danno risposte a domande sempre più complesse, in un tempo sempre minore. Siamo inoltre consci di essere all'orizzonte di nuove stravolgenti scoperte nel campo della tecno-scienza, come ad esempio computer quantistici o deep learning.
In questo video un fisico prova a dare risposta a queste domande:

Ritiene che in un prossimo futuro, più o meno lontano, potremmo ridiventare come Cadmo, il fondatore dell'antica Tebe, il quale, secondo la leggenda, si recò a Delfi per invocare l'aiuto dell'oracolo per ritrovare la sorella rapita. Noi ovviamente non andremo dall'oracolo di Delfi, ma porremo le nostre domande ad un super computer.
Succederà realmente così? Nel caso in cui succedesse, sarebbe forse la prova definitiva della ciclicità della storia?

venerdì 8 maggio 2020

Lo sviluppo del calcolatore in due immagini







A sinistra, la macchina analitica, inventata da Charles Babbage nell'800, che abbiamo visto a lezione: esso è considerato il primo computer meccanico mai progettato.
A destra, il computer quantistico, in particolare un prototipo di IBM, che potrebbe rappresentare il futuro non solo dell'informatica, ma della tecnologia in generale.
Incredibilmente, questi due oggetti non sono così differenti di aspetto; tuttavia il primo si basa su manovelle e ingranaggi, il secondo sfrutta le più alte conoscenze della fisica quantistica di cui siamo a disposizione.

Ecco lo sviluppo tecnologico.


Alcuni link sull'argomento: Babbage's computerQuantum computing;
un video in cui viene spiegato in maniera eccellente il computer quantistico e le sue potenzialità: video

giovedì 7 maggio 2020

Gli incendi in Australia e i koala - STEP #14

koala
Questa straziante immagine che ha fatto il giro del mondo nei mesi scorsi simboleggia il terribile evento che ha sconvolto l'Australia negli ultimi mesi, ovvero, come tutti sappiamo, gli incendi su larga scala.
Il 2 marzo, dopo ben 8 terribili mesi, si sono estinte le fiamme che hanno provocato incalcolabili danni a questo Paese, ed in particolare alla flora e alla fauna: sarebbero stati uccisi oltre 1 miliardo di animali e messo a rischio l'esistenza di ben 113 specie. La specie più colpita è quella dei koala: non solo a causa dell'elevato numero di morti, ma anche perché le fiamme hanno distrutto centinaia di ettari di foreste di eucalipto, il loro habitat naturale.

foresta di eucalipto

L'area colpita maggiormente è la regione del Nuovo Galles del Sud, nella quale vi è Lake Innes, una colonia di ben 600 esemplari, dei quali si teme siano morti 350; molto è stato fatto dai cittadini della regione, in particolare dai volontari del Koala Hospital, struttura di ricerca unica al mondo.
Tuttavia, nonostante i vari sforzi dell'uomo, questa specie è stata già dichiarata funzionalmente estinta, ovvero si ritiene che il numero attuale di individui in natura, appena 80mila, sia insufficiente per garantire la sopravvivenza di nuove generazioni.
Vi è comunque una notizia incoraggiante, e cioè che i soccorritori hanno incominciato a reintrodurre nel loro ambiente gli esemplari salvati e curati, i quali verranno controllati, per assicurarsi il loro bene.


L'ingegneria ambientale a difesa dell'ambiente - STEP #13

Come già evidenziato in altri post, l'ambiente e gli ecosistemi rappresentano una delle maggiori problematiche della nostra società, in quanto lo sfruttamento delle risorse del nostro pianeta porterà in breve, secondo le previsioni, a danneggiare quest'ultimo in modo irreversibile, con terribili conseguenze per l'umanità (qui l'articolo relativo al Rapporto sui limiti dello sviluppo, qui l'articolo riguardo alla lotta di papa Francesco per l'ambiente).
Tuttavia molti sforzi sono già stati e verranno compiuti in tal senso; per quanto riguarda l'ingegneria, esiste una sua branca che studia queste tematiche, e cioè l'ingegneria ambientale. Si legge, nella descrizione del corso di laurea offerto dal Politecnico di Torino:  "Il corso di laurea in Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio forma ingegneri e ingegnere ambientali con un profilo di marcata trasversalità e versatilità. La complessità dei temi ambientali richiede solide conoscenze di base, competenze multidisciplinari e propensione all’innovazione. Gli ingegneri e le ingegnere ambientali padroneggiano gli aspetti tecnico-scientifici relativi all’interazione dell’uomo con terra, acqua, atmosfera e biosfera e progettano processi e soluzioni per un rapporto sostenibile uomo-ambiente."
L'Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti ha recentemente pubblicato un rapporto sull'ingegneria ambientale nel quale vengono identificate 5 sfide urgenti che tale disciplina dovrà affrontare nel nostro secolo:

  1. Fornire cibo, acqua ed energia in modo sostenibile.
  2. Contrastare i cambiamenti climatici e, nello stesso tempo, adattarsi ai relativi impatti.
  3. Progettare un futuro senza inquinamenti e rifiuti.
  4. Creare città efficienti, sane e resilienti.
  5. Promuovere decisioni e azioni informate.
Un corso certamente emblematico per i nostri scopi presente in questo percorso di studi è quello di Ecologia applicata all'ingegneria, il cui obiettivo è quello di "fornire un quadro d'insieme degli aspetti chimici, chimico-fisici, biologici ed ecologici per la descrizione dei comparti ambientali"; sono inoltre studiati "processi tecnologici propri dell'ingegneria per la mitigazione degli impatti, la tutela ambientale, la gestione delle risorse naturali".
Tra questi processi molto interessante è, ad esempio, la fitodepurazioneuna tecnica di depurazione delle acque basato sull'uso delle piante acquatiche: tale processo avviene naturalmente, ma può essere sfruttato artificialmente in veri e propri impianti di fitodepurazione delle acque reflue per uso civile e industriale, come il seguente:
schema di impianto di fitodepurazione a flusso superficiale o libero

Per quanto riguarda la fitodepurazione naturale, vengono usate particolari tipi di piante: le piante galleggianti, le quali svolgono proprio questo compito di depurazione delle acque attraverso le loro radici, come spiegato nel seguente video:



Fonti: 
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/26/lingegneria-ambientale-compie-30-anni-cinque-sfide-e-una-scommessa-da-affrontare/5062976/

https://it.wikipedia.org/wiki/Ingegneria_ambientale

Bacone "ingegnere"

Se da un lato in Giordano Bruno la Natura è esaltata, idealizzata, fino a diventare una vera e propria religione, in cui compaiono anche elementi metafisici e magici (qui il post relativo), in Francesco Bacone si ha una visione diametralmente opposta.
Egli ritiene infatti che la Natura debba essere assoggettata all'uomo, in nome della scienza, intesa come potenza e dominatrice; l'uomo deve perciò liberarsi e rendersi indipendente dalla Natura, sempre attraverso la scienza e la tecnica. Il metodo per arrivare a tale conoscenza è il metodo induttivo, ripreso da Aristotele ma con notevoli variazioni, il quale deve partire dai casi particolari fino ad arrivare ai principi generalissimi, e cioè alla comprensione della Natura attraverso i vari fenomeni di cui siamo spettatori; questo metodo, inoltre, deve basarsi sull'esperimento (è tuttavia un concetto differente rispetto al futuro metodo scientifico di Galileo).
Ne La nuova Atlantide siamo in grado di capire a fondo il pensiero del filosofo riguardo la scienza, con il suo metodo: in questo romanzo è infatti descritta una società utopica, la quale si basa unicamente sul progresso della tecnica e del sapere, grazie alla scienza. Gli abitanti di quest'isola sperduta vivono in armonia e concordia, grazie alle loro continue scoperte, le quali sono possibili grazie ad un formidabile apparato sperimentale e di ricerca: l'isola si può definire come un laboratorio a cielo aperto infatti, nel quale vengono condotte sperimentazioni in ogni ambito, dalla meccanica alla gastronomia, passando per l'allevamento.
Ecco un estratto significativo:

"II fine della nostra fondazione è la conoscenza delle cause e dei segreti moti delle cose, e l'ampliamento dei confini dell'impero umano per l'effettuazione di tutte le cose possibili. […]
Abbiamo ampi e profondi pozzi di varia profondità […]
Abbiamo depositi sotterranei in terreni vari […]
Abbiamo anche bei bagni spaziosi di varie misture per la cura delle malattie e per  ristabilire il corpo umano dalla rarefazione […]
 Abbiamo anche mezzi per far crescere diverse piante mescolando terreni diversi senza  semi,  e  parimente  di  produrre  diverse  piante  nuove,  differenti  da  quelle  comuni,  e  di  trasformare un albero o una pianta in un'altra […]
Abbiamo ancora parchi e recinti con ogni sorta di animali e di uccelli, dei quali non ci  serviamo soltanto per mostra di rarità, ma anche per dissezioni ed esperimenti […]
Abbiamo anche diverse arti meccaniche che voi non avete […]
Abbiamo  anche  case  di  ottica,  nelle  quali  riproduciamo  ogni  sorta  di  luci  e  di  radiazioni,  e  ogni  sorta  di  colori […]
Abbiamo ancora case del suono nelle quali esperimentiamo e riproduciamo tutti i suoni  con la loro origine […]
Abbiamo  ancora  fabbriche  di  macchine,  nelle  quali  vengono  costruite  macchine  e  strumenti  adatti  a  qualsiasi  genere  di  movimento […]
Abbiamo anche una casa per la matematica, nella quale vengono costruiti con estrema  accuratezza tutti gli strumenti per la geometria e l'astronomia […]
Abbiamo  anche  case  dell'illusione  dei  sensi,  nelle  quali  otteniamo  ogni  sorta  di  fenomeni di prestigio, di false apparizioni, d'inganni, d'illusioni e dei loro errori […]
 Queste sono, figliuolo, le ricchezze della Casa di Salomone."                  (Francesco Bacone, La nuova Atlantide, pagg 24-30)

Quest'opera è un vero e proprio inno alla "tecno-scienza": in definitiva sarei tentato di definire la figura di Bacone come uno "pseudo-ingegnere".


Fonti: libro di testo: Abbagnano, Fornero, L'ideale e il reale 2, Pearson; videolezione

mercoledì 6 maggio 2020

Natura e Dio nel pensiero di Giordano Bruno - STEP #12

"Da noi si chiama artefice interno, perché forma la materia e la figura da dentro: come da dentro del seme o radice manda ed esplica il tronco; da dentro il tronco caccia i rami; da dentro i rami i rami principali; da dentro questi spiega le gemme; da dentro forma, figura, intesse, come di nervi, le frondi, i fiori, i frutti."        (Giordano Bruno, De la causa, principio et uno, I)

Queste frasi sembrerebbero essere tratte da una poesia, ad esempio del poeta inglese romantico P. B, Shelley (in questo post è presente una sua poesia); in realtà questo passo è tratto da un'opera filosofia: uno dei trattati di Giordano BrunoDe la causa, principio et uno.


Frontespizio dell'opera

In quest'opera, stampata in lingua italiana a Londra nel 1584, il filosofo sostiene l'unità di causa universale e principio universale, elaborando una concezione animistica della materia, ovvero una materia eterna, viva, infinita. Per comprendere questo concetto bisogna innanzitutto chiarire in che modo Bruno definisca Dio: sia come mens super omnia, inconoscibile all'uomo e trascendente, che come mens insita omnibus, cioè mente presente in tutte le cose, principio primo e immanente del cosmo, e dunque accessibile alla mente umana.
In quest'ultimo senso si può parlare di Dio come anima del cosmo, il quale opera tramite l'intelletto universale, cioè tramite l'insieme di tutte le idee, o forme, plasmate dalla materia, specificandola negli infiniti esseri del mondo. Inoltre, l'intelletto universale, definito come motore de l'universo , artefice interno, fabbro del mondo opera come una forza seminale e intrinseca alla materia.
Proprio a ciò si riferisce la citazione iniziale, all'intelletto universale, definito come artefice interno in quanto plasma la materia per formare le idee negli esseri, similente a quanto efficacemente descritto nella metafora dell'albero, come un ecosistema di elementi plasmati a partire dall'interno, dal profondo, dalla sua essenza.
Monumento a Giordano Bruno nella piazza di Campo de' Fiori, Roma, luogo in cui venne arso vivo nel 1600
.
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/De_la_causa,_principio_et_uno
libro di testo: Abbagnano, Fornero, L'ideale e il reale 2, Pearson


martedì 5 maggio 2020

Un ecosistema in miniatura

L'ottantenne David Latimer (in figura) è il protagonista di un sorprendente esperimento naturale. Spinto dalla curiosità, provò ad inserire in una giara di vetro del terriccio e dei semi, quindi aggiunse dell'acqua e lasciò il contenitore in un angolo luminoso della propria casa, dopo averlo sigillato con un tappo di sughero.
Col passare dei mesi si rese conto che le piante crescevano in modo autonomo, senza la necessità di un'ulteriore aggiunta di acqua. Questo perché si era creato all'interno della giara un vero e proprio ecosistema in miniatura: grazie alla luce solare, era resa possibile la fotosintesi, la quale creava l'ossigeno necessario alla respirazione e aggiungeva umidità all'ambiente; umidità dalla quale derivava una pioggerellina che ricadeva sulle piante. Infine le piante morte producevano anidride carbonica, necessaria anch'essa per la fotosintesi e per il nutrimento.
Ebbene, ecco il risultato dopo ben 56 anni:

Il "giardino in bottiglia"
Vanno tuttavia fatte alcune considerazioni scientifiche: non si tratta di un "miracolo della Natura", ma semplicemente dell'assommarsi di alcuni fattori favorevoli. In primis, il contenitore non è un ambiente totalmente isolato: riceve infatti la luce solare, una minima quantità di ossigeno attraverso il tappo ed è costantemente ad una temperatura controllata, in quanto si trova in un'abitazione.
Inoltre, i semi usati inizialmente sono di una pianta che esige una quantità minima di risorse: l'erba Miseria.

Fonti:
https://www.ehabitat.it/2016/05/04/cinquatasei-anni-e-non-sentirli-il-miracolo-del-giardino-in-bottiglia-di-david-latimer/