giovedì 2 aprile 2020

Ecosistema nella Mitologia - STEP #04

"Sul focolare un gran fuoco brillava, e per l’isola tutta
si diffondeva l’odore del cedro che ardeva, e del dolce
larice; e dentro, la Diva, cantando con voce soave,
scorrea tutto il telaio con l’aurea spola, e tesseva.
Una foresta folta cresceva d’intorno allo speco,
tutta in rigoglio: il pioppo, l’ontano il fragrante cipresso:
quivi facevano il nido gli uccelli dall’ala veloce,
gufi, e sparvieri, e cornacchie ciarliere che vivon sul mare.
Ed una vite domestica intorno alla cava spelonca,
tutta di grappoli colma, girava la pompa dei tralci.
Quattro fontane in fila, volgevan chiare acque, sgorganti
l’una vicina all’altra, poi volte per quattro cammini.
E molli prati d’intorno fiorian petrosello e viole."   (Odissea - Libro V)
Certamente non esiste una descrizione più poetica di un ecosistema nella Mitologia rispetto alla descrizione di Ogigia, l'isola della ninfa Calipso presso cui naufraga Ulisse dopo aver perso tutto il suo equipaggio e la sua flotta (qui un video-riassunto).  Meticolosa è infatti la descrizione dell'ambiente e della fauna di questo luogo misterioso; Omero racconta persino che
"Anche un Celeste, che quivi giungesse, dovrebbe a tal vista
meravigliato ristare, dovrebbe gioir nel suo cuore."
 Si riconosce in questa narrazione uno dei topoi ricorrenti nella letteratura di tutti i tempi: il locus amoenus ("luogo felice, sereno"), di cui la grotta di Calipso è l'archetipo. Molto comune è infatti la descrizione di luoghi caratterizzati da folti boschi nei quali scorrono placidamente freschi ruscelli d'acqua e si può trovare riparo all'interno di una grotta o all'ombra di un rigoglioso albero. In questi luoghi non vi è puro piacere sensoriale derivante dalla frescura; è infatti il luogo ideale per attività di diletto dell'animo quali il canto e la musica, spesso interpretate dai Satiri, e, più in generale, per le attività quae solum amorem praestant sine fructu (Servio), cioè che danno solo piacere e non frutti, contrapposte alla concretezza delle attività di otium.
Talvolta questo luogo incantato è stato identificato con l'Eden oppure con l'Arcadia, regione montuosa della Grecia antica, abitata da pastori.
Thomas Cole's The Arcadian or Pastoral State, 1834
Vita agreste che si ritrova, sempre restando nella cultura classica, nelle Bucoliche di Virgilio: anche in quest'opera la natura fa da sfondo alla vita di contadini e pastori, idealizzata e resa immortale in un mondo idilliaco, in cui compare l'influenza della poesia alessandrina e del greco Teocrito. Significativo è l'incipit della prima ecloga:
"Titiro, tu, che stai sdraiato sotto il riparo
di un ampio faggio, componi una canzone silvestre
col modesto flauto; io lascio la patria e i suoi dolci
campi; ne fuggiamo via; tu, Titiro, sereno nell’ombra
fai risuonare i boschi del nome della bella Amarilli. […]
 
Mi meraviglio più che invidiarti, davvero; a tal
punto la campagna è ovunque turbata. Suvvia, io
stesso con dolore spingo avanti a fatica il gregge,
o Titiro; e pure questa capretta. Nel fitto dei noccioli,

ha partorito ora due gemelli, speranza del gregge,
sulla nuda roccia. Mi ricordo che spesso, se la mia
mente non fosse stata leggera, le querce fulminate
dal cielo ci predissero ciò. Titiro, dicci però chi è questo dio!"
 
(Virgilio - Bucoliche, ecloga 1)

Questa prima ecloga è un dialogo tra due pastori-contadini, Titiro e Melibeo: quest'ultimo è costretto dalle discordie civili all'esilio.
In quest'opera il locus amoenus prende le sembianze non solo dell'Arcadia, ma anche della Sicilia e perfino della Pianura padana, precisamente presso Mantova, luogo d'origine di Virgilio.


 Fonti:
http://www.edu.lascuola.it/edizioni-digitali/Cappelli/HortusApertus/vol_2/curz_labor_8.pdf
libro di testo: Belponer - Il mondo degli eroi (epica antica e medievale), Principato
libro di testo: Garbarino, Pasquariello - Latina 2, Pearson

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