domenica 26 aprile 2020

Quando la Natura si riappropria dei suoi spazi - STEP #11


Cigno e nutria  nel Naviglio
Delfino a Trieste

Tra i vari effetti della quarantena che stiamo vivendo in queste settimane ce n'è uno particolarmente bizzarro di cui si è parlato: essendo deserti i centri abitati, molti animali si sono inoltrati in spazi in cui non siamo soliti vederli.
Nelle foto che ho riportato come esempio (qui l'articolo completo), si possono osservare i delfini avvicinarsi al porto di Trieste oppure un cigno e una nutria mentre nuotano nel Naviglio Grande a Milano. Ma questo non vale unicamente per gli animali marini: sempre a Milano, come mostrato nelle foto seguenti, i parchi sono popolati dalle lepri, mentre Piazza Duomo è affollata dai piccioni in cerca di cibo, come se facessero le veci delle migliaia di persone che solitamente affollano questa magnifica piazza ogni giorno.

Lepri a Milano

Piccioni in Piazza Duomo

Si potrebbe perciò sostenere che sia in atto una mescolamento tra l'ecosistema urbano e quello naturale, il quale tuttavia avrà vita breve: non appena sarà finita la quarantena, infatti, certamente l'uomo si riappropierà dei suoi spazi all'interno delle città.




Fonti:
https://tg24.sky.it/ambiente/2020/03/23/coronavirus-animali-citta-vuote
https://www.galileonet.it/coronavirus-isolamento-animali-citta/

giovedì 16 aprile 2020

Ecosistema nel Cinema - STEP #10

Il cinema ha il potere di imprimere visivamente un concetto o un'idea. Il termine ecosistema, ad esempio, mi è rimasto impresso nella visione del film Animali fantastici e dove trovarli, basato sull'omonimo libro di J. K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter. Come si può intuire dal nome, gli animali possiedono un ruolo centrale nel film, il cui protagonista è Newt Scamander, un magizoologo, cioè un esperto di creature magiche, il quale porta sempre con sé una valigetta magica con all'interno una grandissima quantità creature, dall'adorabile Snaso al maestoso Tuono alato.
Ecco due scene significative del film:

"Dentro la valigia"



mercoledì 15 aprile 2020

Pensare per immagini - 3

Ciò che questa immagine evoca in me è la consequenzialità degli eventi nella vita, e il rapporto causa-effetto. Un piccolo evento iniziale, rappresentato dalla pallina più piccola, può arrivare a dimensioni molto maggiori, come è raffigurato dalla sfera più grande, e cioè, sempre nella mia interpretazione, si arriva a conseguenze ben più gravi.

sabato 11 aprile 2020

Ecosistema nell'Arte - STEP #09

Ricercando il termine ecosistema nelle arti figurative ci si può facilmente riferire al tema del paesaggio. Ecco alcuni esempi emblematici (oltre a quello già citato in questo post): essi sono estremamente differenti l'uno dall'altro; lo scopo è infatti quello di mostrare alcune tra tutte le possibili sfaccettature ed interpretazioni di questo soggetto artistico.


Altre opere: Pittura paesaggistica

venerdì 10 aprile 2020

Unione di anima e corpo in Platone - STEP #08

"Si raffiguri l’anima come la potenza d’insieme di una pariglia alata e di un auriga. Ora tutti i corsieri degli dei e i loro aurighi sono buoni e di buona razza, ma quelli degli altri esseri sono un po’ sì e un po’ no. Innanzitutto, per noi uomini, l’auriga conduce la pariglia; poi dei due corsieri uno è nobile e buono, e di buona razza, mentre l’altro è tutto il contrario ed è di razza opposta. Di qui consegue che, nel nostro caso, il compito di tal guida è davvero difficile e penoso. Ed ora bisogna spiegare come gli esseri viventi siano chiamati mortali e immortali. [...] Cosí, quando sia perfetta ed alata, l’anima spazia nell’alto e governa il mondo; ma quando un’anima perde le ali, essa precipita fino a che non s’appiglia a qualcosa di solido, dove si accasa, e assume un corpo di terra che sembra si muova da solo, per merito della potenza dell’anima. Questa composita struttura d’anima e di corpo fu chiamata essere vivente, e poi definita mortale." (Platone - Fedro, 246 a, b, c)
Questo testo, tratto dal Fedro di Platone, è parte del mito del carro e dell'auriga. In questo dialogo, diversamente da quanto fatto nel Fedone, nel quale era sottolineata l'unità e la semplicità dell'anima, Platone distingue quest'ultima in 3 parti:
  • la parte razionale, che domina gli impulsi
  • la parte desiderante/concupiscibile, principio di tutti gli impulsi
  • la parte irascibile/coraggiosa, che dà sostegno a quella razionale e lotta per ciò che la ragione ritiene giusto.
Questa tripartizione è chiarita mediante il mito del carro alato, appunto, nel quale l'anima è paragonata ad una biga alata, guidata da un auriga e trainata da una coppia di cavalli, di cui uno bianco e obbediente, l'altro nero e imbizzarrito. L'auriga corrisponde al logos, la parte razionale dell'anima, che deve guidare in modo sapiente i due cavalli, che simboleggiano la parte coraggiosa dell'animo (cavallo bianco) e la parte pulsionale, emotiva (cavallo nero), vero l'iperuranio, sede delle idee e dell'essere autentico. Tuttavia l'auriga può resistere poco in questo mondo celeste, in quanto tirato verso il basso, cioè verso il corruttibile e sensibile, dal cavallo nero. Dopo la ridiscesa quest'anima andrà a vivificare un corpo: questa persona sarà più o meno sapiente, ovvero più o meno dedita alla ricerca di verità e bellezza, in base a quanto ha potuto osservare il mondo delle idee.
Con questo mito Platone riesce a spiegare anche il concetto della reincarnazione.
Proprio quest'idea di unione, simbiosi e unità sia delle tre parti dell'anima, in primo luogo, che dell'anima con il corpo, in secondo luogo, mi suggerisce naturalmente la comparsa del termine ecosistema nei dialoghi di Platone.

biga alata

Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Mito_del_carro_e_dell%27auriga
libro di testo: Abbagnano, Fornero, L'ideale e il reale 1, Pearson

mercoledì 8 aprile 2020

Pensare per immagini - 2

Certamente è un'interpretazione alquanto fantasiosa, ma questa immagine mi ricorda l'argomento di questo post passato, ovvero l'ipotesi che possano esistere universi oppure mondi paralleli, tutti allo stesso modo reali e diversi tra di loro, ma che non possono interagire l'uno con l'altro.

martedì 7 aprile 2020

Ecosistema nella Poesia - STEP #07

"O wild West Wind, thou breath of Autumn's being,
Thou, from whose unseen presence the leaves dead
Are driven, like ghosts from an enchanter fleeing,

Yellow, and black, and pale, and hectic red,
Pestilence-stricken multitudes: O thou,
Who chariotest to their dark wintry bed

The winged seeds, where they lie cold and low,
Each like a corpse within its grave, until
Thine azure sister of the Spring shall blow

Her clarion o'er the dreaming earth, and fill
(Driving sweet buds like flocks to feed in air)
With living hues and odours plain and hill:

Wild Spirit, which art moving everywhere;
Destroyer and preserver; hear, oh hear!"

Ode to the West Wind, composta nel 1819 dal poeta romantico inglese di seconda generazione Percy Bysshe Shelley e di cui ho riportato la prima di 5 strofe (qui analisi e traduzione), è un esempio molto particolare di un ecosistema nella Poesia. In quest'opera, infatti, gli elementi della Natura sono simboli usati dall'autore per lanciare un messaggio epocale, ovvero il cambiamento radicale portato nel mondo dalla figura profetica del Poeta.
La poesia è un'invocazione al vento occidentale, il quale viene celebrato come forza sia distruttiva che rigeneratrice non solo della natura, ma dell'umanità stessa. Questo vento viene quindi paragonato al canto del poeta, il quale dovrebbe avere lo stesso potere del vento su tutta l'umanità, per sconvolgere l'animo dell'uomo.

lunedì 6 aprile 2020

Viviamo realmente in 3 dimensioni?

Flatandia non è solamente un racconto di fantasia (qui il relativo post): l'ipotesi che il nostro universo sia costituito di più dimensioni o che esistano altri universi paralleli a noi sono vere e proprie teorie fisiche. Un esempio è la teoria del Multiverso, sviluppata per la prima volta nel 1957 sfruttando l'interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica (contrapposta all'interpretazione di Copenaghen), secondo la quale ogni evento è un punto di diramazione. Noi viviamo in uno dei tanti rami dell'universo, i quali sono tutti reali ma che non possono interagire tra di loro.
Sembra fantascienza? Beh per ora lo è, in quanto non c'è alcuna prova sperimentale a riguardo: questa infatti è la maggiore obiezione a simili teorie, che tuttavia sono supportate da scienziati del calibro di Stephen Hawking.
Inoltre, queste teorie sono studiate anche dalla Filosofia: risale infatti già all'antica Grecia, ed in particolare a Talete, Anassimandro e agli atomisti, quali Democrito, ma anche Epicuro e Lucrezio, la convinzione della pluralità dei mondi. Si arriva fino alla teoria dei mondi possibili di Leibniz, solo per citarne alcuni.
Dunque queste non sono convinzioni così lontane e assurde: forse siamo solamente incapaci di cogliere le dimensioni nascoste intorno a noi, come fantasticamente ipotizzato in Flatlandia.
Molti tentativi sono stati fatti per cercare di rappresentare oggetti in più di 3 dimensioni, come i seguenti:

Ma anche nell'arte, come l'Arco de La Défense di Parigi, il Corpus Hypercubus di Salvador Dalí, e nella cinematografia: nel film Interstellar e persino in un film come Captain America - Il primo Vendicatore sono citate figure in 4 dimensioni come i tesseratti.

Fonti e link relativi all'argomento: Multiversodimensione parallelacosa sono le dimensioni?dimensioni nascostedimensione parallelaipercubo

Ecosistema in 2 dimensioni - STEP #06

"Chiamerò il nostro mondo Flatlandia, il paese piatto, non perché sia così che lo chiamiamo noi, ma per aiutarvi a comprendere la natura, miei fortunati Lettori che avete il privilegio di vivere nello Spazio.
Immaginate un immenso foglio di carta sul quale, invece di rimanere fermi sul posto, si muovono liberamente, sopra o dentro la superficie, Linee rette, Triangoli, Quadrati, Pentagoni, Esagoni e tante altre Figure geometriche, senza però avere la possibilità di sollevarsi al di sopra della superficie o di sprofondare al di sotto, simili a ombre, però dotate di consistenza e provviste di un bordo luminoso. In questo modo vi sarete fatti un'idea del mio paese e dei miei compatrioti. Ohimè, solo pochi anni fa avrei detto "del mio universo", ma nel frattempo la mia mente si è aperta a una visione più elevata delle cose". (Edwin Abbott - Flatlandia)

Normalmente pensando ad un ecosistema ci si riferisce ad esempio a paesaggi marini o terrestri (come questi), estremamente complicati e pullulanti di organismi viventi di ogni genere, e certamente non a semplici segmenti o figure bidimensionali… tuttavia questo bizzarro "ecosistema" esiste realmente, almeno nella mente di Edwin Abbott, scrittore del romanzo fantastico Flatlandia (1884), del quale ho riportato l'incipit. In questo racconto si narra di un ipotetico universo bidimensionale. Esso è analizzabile sotto vari aspetti, tra cui:
  • scientificamente, affronta in modo molto originale il problema di un universo a più dimensioni;
  • letterariamente, è una satira della società vittoriana;
  • filosoficamente, è una critica contro il positivismo.
Una delle trasposizioni cinematografiche è il seguente cortometraggio del 1982:


Fonti:  analisi libro

domenica 5 aprile 2020

Un ecosistema... rombante - STEP #05

In questo ecosistema non ci sono foglie ma lastre in metallo ed inserti in carbonio, l'albero è rotante, e non fermo, la linfa vitale è il carburante e vi sono morbidi sedili in pelle anziché soffici manti erbosi. Tuttavia allo stesso modo di un ecosistema naturale anche in questo oggetto costruito dall'uomo tutte le parti coesistono perfettamente in una simbiosi armonica. Ecco come ho interpretato il concetto di ecosistema in uno spot pubblicitario:



giovedì 2 aprile 2020

Ecosistema nella Mitologia - STEP #04

In riferimento alla vicenda di Ulisse e Calipso (qui il post), celebre è questo dipinto raffigurante esattamente questo passaggio dell'Odissea:



Si possono distinguere i tratti caratteristici del locus amoenus: ad esempio la fitta vegetazione, il ruscello sullo sfondo, l'ombra degli alberi. Tutto il quadro, inoltre, è pervaso non solo da un senso di calma e di eternità, ma anche da un alone di mistero: sono tutte caratteristiche di questo topos letterario.

Ecosistema nella Mitologia - STEP #04

"Sul focolare un gran fuoco brillava, e per l’isola tutta
si diffondeva l’odore del cedro che ardeva, e del dolce
larice; e dentro, la Diva, cantando con voce soave,
scorrea tutto il telaio con l’aurea spola, e tesseva.
Una foresta folta cresceva d’intorno allo speco,
tutta in rigoglio: il pioppo, l’ontano il fragrante cipresso:
quivi facevano il nido gli uccelli dall’ala veloce,
gufi, e sparvieri, e cornacchie ciarliere che vivon sul mare.
Ed una vite domestica intorno alla cava spelonca,
tutta di grappoli colma, girava la pompa dei tralci.
Quattro fontane in fila, volgevan chiare acque, sgorganti
l’una vicina all’altra, poi volte per quattro cammini.
E molli prati d’intorno fiorian petrosello e viole."   (Odissea - Libro V)
Certamente non esiste una descrizione più poetica di un ecosistema nella Mitologia rispetto alla descrizione di Ogigia, l'isola della ninfa Calipso presso cui naufraga Ulisse dopo aver perso tutto il suo equipaggio e la sua flotta (qui un video-riassunto).  Meticolosa è infatti la descrizione dell'ambiente e della fauna di questo luogo misterioso; Omero racconta persino che
"Anche un Celeste, che quivi giungesse, dovrebbe a tal vista
meravigliato ristare, dovrebbe gioir nel suo cuore."
 Si riconosce in questa narrazione uno dei topoi ricorrenti nella letteratura di tutti i tempi: il locus amoenus ("luogo felice, sereno"), di cui la grotta di Calipso è l'archetipo. Molto comune è infatti la descrizione di luoghi caratterizzati da folti boschi nei quali scorrono placidamente freschi ruscelli d'acqua e si può trovare riparo all'interno di una grotta o all'ombra di un rigoglioso albero. In questi luoghi non vi è puro piacere sensoriale derivante dalla frescura; è infatti il luogo ideale per attività di diletto dell'animo quali il canto e la musica, spesso interpretate dai Satiri, e, più in generale, per le attività quae solum amorem praestant sine fructu (Servio), cioè che danno solo piacere e non frutti, contrapposte alla concretezza delle attività di otium.
Talvolta questo luogo incantato è stato identificato con l'Eden oppure con l'Arcadia, regione montuosa della Grecia antica, abitata da pastori.
Thomas Cole's The Arcadian or Pastoral State, 1834
Vita agreste che si ritrova, sempre restando nella cultura classica, nelle Bucoliche di Virgilio: anche in quest'opera la natura fa da sfondo alla vita di contadini e pastori, idealizzata e resa immortale in un mondo idilliaco, in cui compare l'influenza della poesia alessandrina e del greco Teocrito. Significativo è l'incipit della prima ecloga:
"Titiro, tu, che stai sdraiato sotto il riparo
di un ampio faggio, componi una canzone silvestre
col modesto flauto; io lascio la patria e i suoi dolci
campi; ne fuggiamo via; tu, Titiro, sereno nell’ombra
fai risuonare i boschi del nome della bella Amarilli. […]
 
Mi meraviglio più che invidiarti, davvero; a tal
punto la campagna è ovunque turbata. Suvvia, io
stesso con dolore spingo avanti a fatica il gregge,
o Titiro; e pure questa capretta. Nel fitto dei noccioli,

ha partorito ora due gemelli, speranza del gregge,
sulla nuda roccia. Mi ricordo che spesso, se la mia
mente non fosse stata leggera, le querce fulminate
dal cielo ci predissero ciò. Titiro, dicci però chi è questo dio!"
 
(Virgilio - Bucoliche, ecloga 1)

Questa prima ecloga è un dialogo tra due pastori-contadini, Titiro e Melibeo: quest'ultimo è costretto dalle discordie civili all'esilio.
In quest'opera il locus amoenus prende le sembianze non solo dell'Arcadia, ma anche della Sicilia e perfino della Pianura padana, precisamente presso Mantova, luogo d'origine di Virgilio.


 Fonti:
http://www.edu.lascuola.it/edizioni-digitali/Cappelli/HortusApertus/vol_2/curz_labor_8.pdf
libro di testo: Belponer - Il mondo degli eroi (epica antica e medievale), Principato
libro di testo: Garbarino, Pasquariello - Latina 2, Pearson

mercoledì 1 aprile 2020

La Teoria del Tutto: libri e film

Ho avuto modo di apprezzare anche alcune visioni romanzate sulla Teoria del Tutto (qui il post), ed in particolare:

  • L'ultimo affascinante romanzo di Dan BrownOrigin, nel quale si ipotizza come una strabiliante scoperta scientifica possa sconvolgere la società moderna.

La Teoria del Tutto

In riferimento al precedente post in cui ho accennato alla Teoria del Tutto, vorrei riportare alcuni considerazioni e riferimenti a riguardo.
Una teoria del genere ha infatti implicazioni in ogni campo: non solo quello scientifico, in cui nasce e si sviluppa. Essa, se un giorno dovesse essere confermata, ci permetterebbe di dare risposta alle domande ultime dell'uomo: Chi siamo?, Da dove veniamo?, Dove andiamo?. Si arriverebbe ad un punto in cui saremmo in grado di "leggere la mente di Dio" e, in un certo senso, di poter prevedere il futuro.
Avrebbero ancora senso, a quel punto, la Religione e la Filosofia, le quali entrambe hanno lo scopo, seppur in maniera profondamente diversa, di dar conforto all'uomo di fronte alla sua impotenza nei confronti del Cosmo?
Certamente ad oggi non possiamo prevedere cosa implicherebbe una simile Teoria. Dal punto di vista scientifico, invece, immani sono gli sforzi in questo senso: una scoperta di questa portata sarebbe difatti il gradino più alto cui l'ingenium della nostra specie sarebbe mai arrivato.



Alcuni link sull'argomento: teoria del tutto (punto di vista fisico)teoria delle stringhe;
alcuni libri di divulgazione scientifica del grandissimo astrofisico Stephen Hawking: libri.

Fonti:
https://web.infinito.it/utenti/s/sercas/cdl/tutto.htm

Pensare per immagini - 1

In risposta a questa immagine, la mia interpretazione è che in essa sia mostrata la coesistenza nella mente e nel pensiero umano delle varie parti della conoscenza, da quella tecnica (rappresentata dal martello) a quella umanistico-artistica (rappresentata dalla statua), passando per quella linguistica (rappresentata dai segni, simili a degli ideogrammi).